Quando lo spazio intimo rappresentò uno spazio pubblico
Bobbi Kelly e Nick Ercoline non erano hippie duri e puri, votati alla rivoluzione dei fiori, all’amore libero e allo sballo: lei era una semplice ragazza di campagna e lui uno studente del college che per permettersi gli studi era costretto a barcamenarsi tra due lavori. Sentirono per radio che l’evento di Bethel stava avendo un successo strepitoso e decisero insieme che non potevano mancare. Presero di nascosto la macchina della madre di Bobbi e si avviarono verso la Fiera della Musica e delle Arti di Woodstock.
Arrivati a destinazione, dopo qualche decina di chilometri, videro qualcosa di incredibile. «Intorno a noi c’erano famiglie, coppie, persone che gridavano, bambini che piangevano, bonghi. L’aria era umida e c’era odore di fuochi d’artificio. Non avevamo mai visto nulla di simile». Quella che doveva essere una piccola fiera di provincia, s’era trasformata in un evento storico che viene ricordato ancora oggi come il più grande evento musicale di sempre.
400 mila ragazzi provenienti da tutti gli Stati Uniti stavano accampati sul prato, in balia degli eventi atmosferici e della musica di artisti del calibro di Joan Baez, Carlos Santana, Janis Joplin, Grateful Dead, Creedence Clearwater Revival, The Who, Jefferson Airplane, Joe Cocker, Crosby, Stills, Nash & Young e Jimi Hendrix.
Nick e Bobbi, forse alle prime luci dell’alba dopo una giornata passata a ballare e a sentire al musica dei loro idoli, avevano deciso di riscaldarsi, abbracciandosi sotto le coperte, per proteggersi e stare insieme. Un momento intimo che è diventato universale, grazie alla foto di Burk Uzzle. Quell’istante infatti, finì nella copertina del disco Woodstock: Music from the Original Soundtrack and More, uscito nel 1970. E oro divennero un simbolo. Scoprendolo solo qualche tempo dopo, osservando la copertina a casa di amici.